Che volontariato vogliamo domani?

Editoriale pubblicato il 22 giu 2023 nella newslsetter 24/2023

 E’ un dato di fatto il calo dei volontari, lo certifica l’Istat. La fotografia Istat sul non profit, scattata nel pieno della pandemia, non lascia margini di dubbio: mentre il Terzo settore continua a crescere nel numero di enti e di dipendenti (arrivati rispettivamente a quota 363mila e 870mila), i volontari diminuiscono notevolmente e nel 2021 sono 900mila in meno rispetto ai 5,5 milioni registrati nel 2015. Il fenomeno del calo dei volontari è iniziato ben prima della pandemia e va analizzato legandolo a quello della partecipazione alla vita democratica del Paese. Da una parte questo calo del volontariato “organizzato” e da un altro verso  assistiamo al volontariato spontaneo, non organizzato come quello di  tanti giovani che in queste settimane si sono attivati spontaneamente per andare, “armati” di pala e buona volontà nelle zone alluvionate dell’Emilia-Romagna. Questa solidarietà spontanea, a cui assistiamo spesso (e di cui gioiamo) a ridosso di eventi drammatici che travolgono i nostri territori, rende evidente a tutti il valore del contributo che ciascuno può dare alla comunità, anche se temporaneo. Ci ricorda di quante energie positive gode il Paese e ci conforta sul fatto che l’individualismo e l’indifferenza non potranno vincere. Infatti, come ci ricorda Giovanni Serra del Comitato Nazionale del MovI  :” Quello che va precisato, però, è che l’Istat non evidenzia una riduzione del volontariato in Italia quanto una riduzione dei volontari nelle istituzioni non profit. Ciò che si può dire è che vi siano meno volontari nelle organizzazioni censite, non meno persone impegnate in azioni gratuite nel Paese. Questo ci pone alcune domande sul futuro del volontariato stesso: Ad esempio, quale tipo di volontariato è richiesto oggi?  Quale spazio è offerto ai volontari, nell’ambito delle associazioni? E Infine quanto sono coerenti le missioni delle organizzazioni con i grandi temi che sfidano la società attuale e che mobilitano tanti giovani (la crisi ambientale e i diritti negati, fra tutti)? E quanta bellezza (o quanta stanchezza) si percepisce nell’agire dei volontari storici, perché sia attrattiva di nuovo impegno?”