io capitano

Editoriale pubblicato il 05 ott 2023 nella newslsetter 35/2023

Io capitano storia di un viaggio di speranza finito in carcere per poi trasformarsi in storia di inclusione e riscatto. E’ la storia raccontata nel film “Io capitano”  dove Fofana Amara  aveva 15 anni quando gli affidarono una barca con 250 persone a bordo. Lui che nemmeno sapeva nuotare. Arrivato in maniera fortunosa a Lempedusa viene accusato di essere uno scafista e finisce in carcere. Scarcerato viene accolto in una comunità per minori e dopo la scuola un primo lavoro come  skipper per persone con disabilità, fino all’amore e al trasferimento in Belgio.La sua storia dice un sacco di cose, soprattutto dopo il suo arrivo in Italia,. Una su tutte? «Quello che ha funzionato con Fofana, e che funziona anche con altri ragazzi, è l’abbraccio della comunità territoriale, di cui fa parte sì la struttura di accoglienza, ma anche il tribunale, i servizi sociali, il volontariato, la scuola, i professori, i coordinatori di classe». A parlare è Piero Mangano, 54 anni, originario di Catania: si occupa di accoglienza di minori da 25 anni. Operatore giuridico pedagogico, è responsabile dell’area residenziale della cooperativa sociale Prospettiva, proprio quella che si è presa cura di Fofana, un mese dopo il suo arrivo in Italia. Ancora una volta si dimostra sempre più che lavorare in rete fa la differenza per il raggiungimento degli obiettivi


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