Prepararsi all'Assemblea del Volontariato

Editoriale pubblicato il 23 gen 2014 nella newslsetter 03/2014

Il 22 febbraio prossimo si svolgerà l'Assemblea Regionale del Volontariato che, oltre a dover eleggere i cinque componenti il Comitato Regionale del Volontariato,dovrà discutere il documento che definirà le linee programmatiche per il  Volontariato del Friuli Venezia Giulia per il triennio 2013-2015. Dieci sono le aree tematiche poste all'attenzione delle varie assemblee preparatorie che si svolgeranno nel territorio. Sono spunti di riflessione raccolti durante l'Assemblea e individuati dal Comitato Regionale. Le associazioni e i volontari del Friuli Venezia Giulia, sono invitati a partecipare al percorso, inviando contributi alla commissione, anche solo su una o alcune delle aree. Il nostro contributo, come redazione, sarà quello di sollecitare il dibattito proponendovi le aree tematiche su cui riflettere. Nuove e vecchie povertà, povertà alimentare, esplosione della disoccupazione sfidano il volontariato. La lettura del volontariato rispetto alle dinamiche di impoverimento, l'impegno e le proposte per un'economia solidale. Uno spunto, partire dalla famiglia intesa come nucleo primario della società, che genera virtù sociali, che vive secondo l'etica del dono, educa alla generosità verso il prossimo. Promuovere quindi un modello di relazioni "fraterno", una comunità coesa che si fonda più sulle relazione che sul denaro. La povertà vista dalle istituzioni porta a rifletter sulla necessità di una maggior coesione sociale ripensare a strumenti di promozione della stessa avviando , attraverso dei fondi anticrisi  delle attività di micron-credito da affiancare alle rete di welfare e ad integrazione dei servizi che già vengono garantiti dalle istituzioni pubbliche. La necessità di nuovi patti innovativi che coinvolgano  Enti pubblici e privati cittadini. Al centro del nuovo welfare vi è la persona come soggetto di diritti e di doveri, ossia come cittadino inserito in una rete di relazioni sociali e di responsabilità individuali e collettive. Ed è per questo che il nuovo welfare, partendo dal ruolo fondamentale che spetta alle politiche pubbliche nel definire i livelli essenziali delle prestazioni, nel governare l’allocazione delle risorse, disegnare le regole e garantire omogenei livelli di intervento in modo da includere nel sistema tutti i cittadini, deve valorizzare le energie presenti nella società civile, dalle relazioni di comunità alle capacità di iniziativa dei soggetti del terzo settore, dal volontariato all’impresa sociale, dal ruolo fondamentale della famiglia come luogo di relazioni affettive, formative, solidali, al più ampio contesto di relazioni sociali in cui le persone interagiscono. È indispensabile che nel sistema del welfare oltre alla presenza del pubblico e del privato si avvii una presenza del civile, perché un welfare civile è il fondamento di una sussidiarietà realmente praticata. E sta ancora alle politiche pubbliche sostenere e regolare lo sviluppo di mercati dei servizi di qualità sociale che includano tutti i cittadini e sfruttino nel loro interesse l’apporto di capacità imprenditoriali diffuse, a cominciare da quelle del terzo settore.