Una informazione corretta è possibile?

Editoriale pubblicato il 04 lug 2024 nella newslsetter 27/2024

Curiosando in rete ci siamo imbattuti in questo articolo che ci porta a ragionare su come funziona la comunicazione: se per il periodo del covid c’era solo covi i virologi in primo piani e no c’era spazio per altre notizie poi la  guerra in ucraina e non ci altro spazio per altre notizie.  Come dire che può cambiare l durata e la frequenza delle ripetizioni ma le cattive abitudini non cambiano perché anche le notizie sono diventate solo una merce da essere venduta, e non più uno strumento per informare (o almeno per informare in modo corretto). Continua l’articolo con degli esempi  datati ma sempre attuali:«. Il Covid tira? Vai col Covid: mattino, pomeriggio e sera, bollettini, servizi, approfondimenti, plastici, virologi e chi più ne ha più ne metta. La guerra in Ucraina tira? Vai con le notizie sull’Ucraina! E così via… di solito ricorrendo a immagini raccapriccianti o strappalacrime, altrimenti come te la vendono la raccolta fondi che seguirà nel break pubblicitario senza la bambina che tiene la mamma in una mano e la bambola nell’altra?» E poi le «power words» Sono le parole che fanno paura, come “tragedia, dramma, sangue, dolore, disastro, addio, crisi…”, ma ne esistono anche di altri tipi, come quelle legate alle cose proibite (scandalo, sesso, incesto, violentata…), quelle che ispirano (impavido, trionfo, spirito, crescita…), o ancora quelle che infondono sicurezza (protetto, sicuro, accordo, intesa…), e altre ancora. Tuttavia, quelle usate nel mondo dell’informazione sono perlopiù dei primi due tipi. È ciò che nel giornalismo è conosciuto da sempre come le 4S ovvero “sangue, scandali, sesso, soldi”. In conclusione  è sempre più difficile avere una informazione corretta non  commerciale o di parte
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