Il 25 aprile abbiamo ricordato chi, ottant'anni fa, ha lottato per restituirci la libertà. Oggi, con quella stessa gratitudine nel cuore, celebriamo il Primo Maggio: la Festa dei Lavoratori. Una festa che ci ricorda che dietro ogni diritto conquistato, dietro ogni passo avanti, ci sono volti, storie, sacrifici.
La nostra Costituzione nasce da quella lotta, e ci consegna parole che ancora oggi devono guidarci:«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.»
Il lavoro non è solo un mezzo di sostentamento: è dignità, è partecipazione, è libertà.
E non basta proclamarlo. L’articolo 3 ci affida una missione: rimuovere ogni ostacolo che impedisca a ciascuno di realizzarsi pienamente, di partecipare da protagonista alla vita del Paese. È una promessa di uguaglianza e giustizia che dobbiamo continuare a onorare.
Celebrare il Primo Maggio significa guardare avanti: significa impegnarsi affinché nessun giovane sia costretto ad abbandonare i suoi sogni, affinché ogni lavoratore possa sentirsi sicuro, rispettato, valorizzato. Non possiamo più accontentarci di una crescita solo economica. Serve un nuovo modello di sviluppo che metta al centro la persona, il benessere sociale, la tutela del nostro pianeta. Un progresso che sia misurato non solo dal PIL, ma dalla felicità, dalla giustizia, dalla qualità della vita. E oggi, mentre festeggiamo, non dimentichiamo chi ha pagato con la vita il prezzo del lavoro. Troppe ancora le tragedie, troppe le carenze sulla sicurezza. A loro dobbiamo il nostro impegno quotidiano: perché nessuno debba più morire lavorando.
Il Primo Maggio è memoria, è gratitudine, è speranza.
È un invito a costruire insieme un futuro dove il lavoro sia davvero sinonimo di libertà, dignità e vita piena per tutti.