Le Dieci Grandi Parole – Indicazioni per la vita, è un libro che può rappresentare una provocazione forte a passare dall’io al noi, in un impegno comune per costruire un mondo più giusto, fraterno ed umano. Le riflessioni in esso contenute interpretano i comandamenti in modo positivo, non come una serie di proibizioni e divieti. L’espressione negativa delle Dieci Parole con l’indicazione del “non fare”, ha favorito la religione del contenimento piuttosto che la fede del coinvolgimento, della progettualità, dinamica, coraggiosa, che sollecita a prenderci a cuore, a prenderci cura delle persone nelle situazioni concrete in cui vivono.
Alcuni esempi della interpretazione in positivo dei comandamenti. “Non Uccidere” (quinto comandamento): la maggior parte delle persone non ha ucciso e non ucciderà; il comandamento da seguire prendendone lo spirito positivo è il rispetto attivo di tutte le persone e di tutti gli esseri viventi; “Onora il padre e la madre” (quarto comandamento): non si tratta di un onore formale, ma della profondità della relazione. “Non rubare” (settimo comandamento), sottolineando come il rubare non sia solo un atto individuale ma che esiste nel mondo un furto strutturale, di sistema, significa soprattutto impegnarsi come persone, comunità, popoli, per la giustizia, la legalità, i diritti di ciascuna persona qui fra noi e pensando a tutti i popoli della terra.