"Volontariato al tempo del caldo record: restare presenti, con intelligenza"

Editoriale pubblicato il 03 lug 2025 nella newslsetter 26/2025

 Le temperature di queste settimane ci parlano con insistenza: stiamo vivendo un’estate tra le più calde di sempre, e il cambiamento climatico non è più una previsione, ma una realtà quotidiana. Anche il mondo del volontariato, come ogni altro ambito della vita sociale, si confronta con questi mutamenti. L’ondata di caldo estremo ci impone di rivedere ritmi, modalità, priorità. Ma non di fermarci. In contesti dove la fragilità è già una condizione quotidiana – penso agli anziani soli, alle persone con disabilità, alle famiglie in difficoltà – il caldo diventa un ulteriore fattore di rischio. E allora, ancora una volta, il volontariato si fa presenza attenta e concreta: chi porta la spesa a domicilio nelle ore più fresche, chi organizza momenti di aggregazione in ambienti climatizzati o all’ombra, chi semplicemente telefona per sapere come sta una persona. La sfida, oggi, è coniugare il desiderio di esserci con la necessità di farlo in modo sostenibile, anche per noi stessi. Essere volontari non significa sacrificarsi oltre misura, ma saper costruire risposte intelligenti, adattabili, resilienti. Il benessere di chi aiuta non è un lusso, ma una condizione essenziale per poter continuare ad aiutare con efficacia e continuità. Questa estate ci invita dunque a ripensare il nostro modo di operare: non rallentare per stanchezza, ma per consapevolezza. Non sottrarci, ma proteggerci, per poterci essere davvero quando serve. E magari, proprio in questo tempo sospeso, cogliere l’occasione per ripensare insieme il futuro delle nostre reti, alla luce delle nuove sfide ambientali e sociali.
Il caldo passerà, ma ciò che resta è il valore di una comunità che sa prendersi cura. Anche e soprattutto nei momenti difficili