Sole, vacanze e frontiere chiuse

Editoriale pubblicato il 31 lug 2025 nella newslsetter 30/2025

 È estate. Il sole picchia forte, le città si svuotano, e le spiagge si riempiono. C’è chi cerca la frescura in montagna, chi si lascia cullare dalle onde del mare, chi assapora il meritato riposo. Scattiamo foto a tramonti spettacolari, brindiamo alle ferie, ritroviamo il piacere delle piccole cose.
Eppure, nello stesso tempo e sotto lo stesso sole, altri occhi guardano l’orizzonte con paura. Sono quelli dei migranti che sfidano il mare su imbarcazioni di fortuna, o che affrontano a piedi i sentieri polverosi della rotta balcanica. In ogni passo, una speranza. In ogni confine, un ostacolo. In ogni notte, un’incertezza.
E mentre noi scegliamo la meta della prossima escursione, altri fuggono da una guerra che non hanno scelto. Le immagini di Gaza devastata, i bambini sotto le macerie, l’Ucraina ferita che ancora resiste. Scene che scorrono veloci tra una notifica e l’altra, tra un gelato e un tuffo.
Non si tratta di colpe, né di sensi di colpa. Ma forse, si tratta di sguardi. Di imparare a tenere aperti gli occhi anche mentre si è in vacanza. Perché la pace che viviamo – e che spesso diamo per scontata – è un privilegio. E il volontariato, il nostro piccolo grande mondo, può essere una risposta. Un ponte tra chi ha tanto e chi non ha nulla. Un modo per non dimenticare, nemmeno d’estate, che l’umanità è una sola.
Buone vacanze a chi parte. Buon cammino a chi resiste. E a noi tutti, buon impegno. Anche sotto l’ombrellone.



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