Liberare la speranza - Rotte di un pensiero non arreso

Editoriale pubblicato il 06 nov 2025 nella newslsetter 41/2025

Sempre più frequentemente, nell’ultimo anno, il concetto di speranza è al centro delle riflessioni di “un pensiero non arreso” (Zigiotto), come un nodo decisivo per affrontare un presente - e un futuro - decisamente distopico. Giuliana Chiaretti si è dedicata da molti anni a questo tema, condotta dalle sue ricerche sulle migrazioni e poi guidata nei vari “fronti” della speranza, cioè quelle sfide che l’economia e le politiche lanciano quasi senza tregua alle aspirazioni individuali - lavoro, salute, libertà di movimento, precariato perpetuo – e alla speranza collettiva come aspirazione condivisa a un futuro abitabile, a una vita degna di essere vissuta. A partire dal testo “sacro” di Ernst Bloch (Il principio speranza,1938-1949), concepito negli anni più bui dei regimi nazifascisti, l’Autrice si confronta con autrici e autori degli ambiti più diversi - sociologia, economia e politica, poesia, filosofia – e attinge anche al femminismo come fonte inesauribile di una abitudine a resistere, lottare, immaginare, da sole e insieme. L’obiettivo è compiere quella ricognizione del presente “necessaria” a rendere la speranza sapiente, pronta. La “dotta speranza” infatti non è ingenua, deve riconoscere gli ostacoli e prepararsi a spiegare le proprie vele nella consapevolezza di tutte le difficoltà; deve conoscere per rimettersi in forze, e poter esercitare la sua forza singolare e collettiva, capace di contrastare la “servitù volontaria”, di riconoscere le trappole della retorica, la speranza dei disperati, la potenza di un pensiero critico capace di sbaragliare le cornici che soffocano le vite nelle contraddizioni del presente. Deve rimettere al centro la dignità delle persone, donne e uomini, giovani e migranti, i loro desideri, la forza con cui riescono a immaginare e a progettare, per sé e per tutte e tutti, un orizzonte comune di futuro. 

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