Lasciati soli

Editoriale pubblicato il 23 mar 2017 nella newslsetter 11/2017

Una recente inchiesta della Rai ha raccontato la condizione in cui versano milioni di famiglie con persone disabili e non autosufficienti in Italia. Un grido di aiuto misto a rassegnazione, tanto disarmante quanto reale. In Italia troppo spesso le persone con disabilità e le loro famiglie si sentono abbandonate, si sentono senza voce. C’è urgenza di risposte, c’è bisogno di nuovi punti di riferimento.  Di chi è il compito di trovare nuove soluzioni? Come deve cambiare il ruolo del welfare pubblico? E' un dibattito che ci compete come cittadini e come volontari e non abbiamo 20 anni di tempo per dare delle risposte. Dobbiamo concentraci sui diritti delle persone superando la  miope visione per cui basti la “fornitura di servizi” per soddisfare bisogni. Se ci fermiamo a questo, finiti i soldi finiscono anche i servizi. E addio diritti! Dobbiamo invece rivedere certi aspetti della vita sociale, del modello di sviluppo che ci guida e delle politiche che usiamo per attuare i diritti costituzionali. Rivedere quindi tempi di vita, organizzazione dei nostri spazi, delle nostre città, ripensare il lavoro, immaginare nuovi modi di produrre.
Dobbiamo superare una visione settoriale dei diritti (handicap, anziano, ammalato, minore in difficoltà ...)  e parlare di tutela dei diritti della persona nella sua interezza, e allo stesso modo integrare le politiche per  il diritto alla casa, il diritto all’istruzione, al lavoro, all’integrazione sociale in una visione unica e coraggiosa di un nuovo modello di città e di società.