Terzo settore 2.0 tra speranze e dubbi

Editoriale pubblicato il 16 nov 2017 nella newslsetter 40/2017

La giornata di studio "Terzo Settore 2.0 - comprendere la Riforma e riflettere sulle prospettive future", organizzata dal Forum del Terzo Settore e dalla Regione Fvg in collaborazione del Centro Servizi FVG ci ha regalato importanti riflessioni, tante speranze e alcuni dubbi. Emanuele Rossi e Luca Gori, della scuola universitaria di Sant'Anna di Pisa, hanno illustrato la nuova normativa, presentando l'iter legislativo, con le aspettative e gli obiettivi che lo hanno avviato, e riflettendo su quanto non è stato risolto nei 104 articoli che compongono il nuovo "Codice del Terzo Settore". La legge ha  riordinato la precedente "giungla" normativa, creando un testo unico ben organizzato, che disegna un quadro unitario di ciò che da ora in poi, per lo Stato italiano, sarà il Terzo Settore e quindi l'insieme di Enti che partecipano alla realizzazione di attività di interesse generale che lo stato riconosce e sostiene. Purtroppo il riordino, pure significativo e importante, ha lasciato fuori alcune norme (legge sulle cooperative sociali, regime delle APS ...), lasciando quindi in parte incompiuto il lavoro. Molte incertezze infine derivano dal fatto che sono ora da emanare decine di decreti attuativi e sono possibili correttivi nel primo anno di vita della norma: per questo motivo le associazioni possono per ora stare tranquille, in quanto gli adempimenti necessari per adeguarsi al nuovo codice saranno chiariti più avanti. La scadenza da segnare in agenda è relativa ai 18 messi, che scadono il 4 febbraio 2019, entro cui siamo tenuti ad adeguare i nostri statuti.
Suggestive le riflessioni del confronto tra felice Scalvini e Gregorio Arena: partendo dalla definizione che  “Interesse generale” si può definire, in relazione all'articolo 3 della Costituzione, come "tutto ciò che aiuta al raggiungimento della pienezza dell’essere umano", il professor Arena ha interpretato il Codice del Terzo Settore come la norma attuativa del Articolo 118 ultimo comma della costituzione, che prevede che lo stato deve favorire la libera iniziativa dei cittadini che si attivano per l'interesse generale, secondo il principio di sussidiarietà. Le attività di interesse generale che caratterizzano il Terzo settore, pongono quest'ultimo in una posizione importante, al fianco delle istituzioni, condividendo con loro un ruolo e una funzione pubblica, concretizzando l'idea importante che ci sono alcuni beni comuni che vanno oltre "i beni pubblici" (quasi proprietà dello stato) ma sono invece di tutti e insieme ai cittadini vanno gestiti.
È un tempo in cui servono “menti lucide e cuori forti”, ha detto Scalvini (assessore al comune di Brescia) per affrontare le sfide che l’attuazione della legge porrà. Serve capacità e coraggio di percorrere strade nuove anche per gli amministratori e i politici. Il codice, a suo parere, rappresenta una modalità chiaramente alternativa al mercato e quindi alle gare d'appalto e ai procedimenti amministrativi tradizionali con cui le istituzioni regolano l'esternalizzazione di servizi. Si tratta davvero di concretizzare e dare gambe a nuove forme di amministrazione condivisa che è la modalità più efficace e propria per gestire insieme i beni comuni e l'interesse generale.

Gli atti della giornata di studio saranno resi fruibili appena possibile via web.