I diritti negati

Editoriale pubblicato il 14 dic 2017 nella newslsetter 44/2017

“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Recita così primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, che nasce in risposta agli atroci crimini contro l’umanità commessi durante la seconda guerra mondiale. In prossimità delle feste di Natale ci corre il pensiero sui tanti diritti negati in questo nostro martoriato mondo. Pensiero che va alle centinaia di migliaia di migranti  relegati in campi profughi dalle condizioni umane disperanti, dove ogni elementare diritto viene negato: diritto alla salute, al rispetto della dignità, alla sicurezza personale, alla libertà di spostarsi. Ma anche ai disastri ambientali, che privano di futuro e diritti sempre più popoli e gruppi.
Dalla Dichiarazione emanata nel lontano 1950 si sono fatte grandi conquiste ma molte violazioni dei diritti dell’uomo continuano ad essere perpetrate nel mondo. La mancanza delle libertà fondamentali è sempre più spesso legata ai conflitti che portano insicurezza e fame, come conseguenza evidente per esempio delle guerre in corso in Siria e in paesi dell’Africa.
Una politica lungimirante dovrebbe lavorare per la solidarietà e la cooperazione internazionale, per un riequilibrio planetario, per uno sviluppo equo e sostenibile: altrimenti i diritti dell'uomo e dei popoli resteranno per molti sulla carta. Accogliere, condividere, tutelare i diritti non è solo un obbligo morale, derivato da leggi o codici, ma un’indicazione per una politica efficace delle sicurezza di tutti e del bene comune.