Quanti pregiudizi e barriere innalziamo quando ci troviamo di fronte al diverso da noi invece di provare ad avvicinarci e a capire. Viviamo in una società il cui malessere si fonda su un individualismo esasperato che illude di poter fare a meno di relazioni affettive, che ci si salva se si è nel gruppo dei “migliori”: anche a costo dell’esclusione dei più deboli e della solitudine. Una debolezza di relazioni che porta inevitabilmente alla “paura del diverso “. Diversità, finitezza e limite fanno paura e inquinano anche i sistemi lavorativi, educativi e sociali. Paura che sfocia poi anche in atti di puro razzismo. Incontrare l’altro, accettarlo e pensarlo come momento di arricchimento sembra dunque una sfida più che una ragionevole scelta. Una opportunità per far riflettere su questo i più giovani - ma valida anche per adulti - è la proposta che viene dalla mostra “Gli altri siamo noi” attiva a San Daniele fino a metà aprile. Un percorso interattivo che stimola alla consapevolezza e alla formazione di pensieri non moralistici ma fondati sui fatti e su esperienze.