nessuno rimanga al freddo

Editoriale pubblicato il 20 dic 2018 nella newslsetter 43/2018

Un tempo lontano, ma non molto, un bimbo nasce in una fredda stalla, solo qualche animale per riscaldarsi. Solo povera gente del vicinato ebbe pietà di quel freddo e si avvicinò per aiutare...Nelle epoche seguenti molti altri bambini sono nati al freddo ed ora ancora si ripete quel copione: persone che hanno dovuto fuggire da paesi turbolenti per cercare pace e sicurezza. Hanno camminato attraverso deserti e boschi, hanno conosciuto la paura del mare in tempesta; molti sono riusciti a raggiungere quelle terre che promettevano sicurezza e pace, molti non ce l’hanno fatta. A duemila anni da quella Natività che ricordiamo ogni anno, la storia - o meglio - le storie si ripetono: nel nostro paese un decreto impone a donne, uomini e bambini stranieri di lasciare quei rifugi appena raggiunti. Noi crediamo fermamente che questa legge sia ingiusta: nessuno dovrebbe rimanere al freddo, senza casa e senza sicurezza. Se accadrà, la sofferenza dei poveri raggiungerà livelli insopportabili e la dignità e il rispetto umano saranno i primi sconfitti. Chi ha la responsabilità della cosa pubblica non dovrebbe ingigantire paure e pregiudizi. Non vogliamo, né dobbiamo, creare nuova disperazione, che porterà solo nuova sofferenza e maggiore insicurezza. Vogliamo festeggiare un Natale di solidarietà, di accoglienza, di speranza. Ricordiamo il monito di papa Francesco: «Il piccolo Gesù ci ricorda così che la metà dei profughi di oggi, nel mondo, sono bambini, incolpevoli vittime delle ingiustizie umane».