se avessi potuto

Editoriale pubblicato il 17 gen 2019 nella newslsetter 02/2019

«Ho visto la sua faccia ieri al telegiornale. Dipinta dei colori della rabbia. La sua voce, poi, aveva il sapore amarissimo del fiele. Ha detto che per noi che siamo qui nella vostra terra è finita la pacchia. Ci ha accusati di vivere nel lusso, rubando il pane alla gente del suo paese. Ancora una volta ho provato i morsi atroci della paura… [..] Se avessi potuto avrei fatto a meno della sua ospitalità». Inizia così  la lettera aperta al ministro dell’interno Salvini da parte di una donna africana pubblicata anche da Famiglia Cristiana.«Chi sono? Non le dirò il mio nome. I nomi, per lei, contano poco. Niente. Sono una di quelli che lei chiama con disprezzo "clandestini. [..] Avrei fatto a meno della pacchia di attraversare un deserto. Di essere derubata dai soldati di ogni frontiera e dai trafficanti. Di essere violentata tante volte durante il viaggio. Avrei volentieri fatto a meno delle prigioni libiche, delle notti passate in piedi perché non c’ era posto per dormire, dell’ acqua sporca e del pane secco che ti davano, degli stupri continui cui mi hanno costretta, delle urla strazianti di chi veniva torturato. Avrei fatto a meno della vostra ospitalità. Nel suo paese tante ragazze come me hanno come solo destino la prostituzione. Lo sapete. E non fate niente contro la nostra schiavitù anzi la usate per placare la vostra bestialità. Io sono riuscita a sfuggire a questo orrore, ma sono stata schiava nei vostri campi.»
In questi tempi ottusi e drammatici come quelli che stiamo vivendo in Italia e nel mondo abbiamo bisogno di donne e uomini che non cadono nelle bugie e nella paura ma conservano libero il cuore e aperta la mente. Noi ci proviamo, nel nostro piccolo.