Un Orto davvero felice

Editoriale pubblicato il 23 mag 2019 nella newslsetter 18/2019

In un piccolo comune della Toscana è nata una storia che riesce a mantenere la memoria di un passato che ci insegna a rispettare la terra e coloro che la abitano; una storia fatta di memoria, identità, tempo e trasmissione della conoscenza. Succede a di Castelnuovo Berardenga. Tutto è iniziato sei anni fa su queste colline del Chianti senese. All’interno dell’azienda agricola San Felice è nato qualcosa che tiene “felicemente” insieme inclusione sociale, sostenibilità ambientale e turismo. «La nostra - racconta il presidente della San Felice - è stata una idea semplice: abbiamo girato i bar di Castelnuovo e abbiamo chiesto agli anziani del paese se avessero voglia di diventare maestri della terra, di insegnare ai ragazzi come si zappa, si innaffia, come si coltivano le erbe aromatiche, l’insalata e le altre verdure». Un piccolo gruppo di nonni ha iniziato così a conoscere i nuovi “nipoti acquisiti”, un altrettanto piccolo gruppo di ragazzi con difficoltà cognitive seguiti dalla Cooperativa Sociale Naturalmente. Gli anziani abitanti tramandano ai ragazzi coinvolti nel progetto Orto Felice un patrimonio di esperienza e tradizione autentico insegnando le tecniche di coltivazione orticola, l’allevamento e la cura del pollaio (c’è anche un’Aia Felice!). I Ristoranti del Borgo utilizzano quanto Orto e Aia producono, i ragazzi imparano anche a lavorare il vimini ed a preparare conserve. La tenuta ha potuto ingrandirsi e dotarsi anche di una serra-semenzaio. I protagonisti di questo progetto, pronto per essere esportato e replicato, sono pubblici e privati: la Fondazione di un grande gruppo assicurativo, l’azienda che gestisce l’ospitalità turistica, una cooperativa sociale, istituzioni locali e regionali, associazioni.