«Prima gli ultimi»

Editoriale pubblicato il 30 mag 2019 nella newslsetter 19/2019

«Prima gli ultimi» anche se gli ultimi sui giornali avrebbero titoli che non “fanno vendere”. Anche se non sono mai una priorità di spesa (forse perché non sono un elettorato significativo). Anche se non fanno aumentare il Pil.
Se gli ultimi non vengono nominati e raccontati spariscono, non diventano visibili, nemmeno esistono. È su questo che si è soffermato Giuseppe Ragogna Vicedirettore del Messaggero Veneto invitato al convegno dal titolo: “Diritti e Rovesci” con il sottotitolo: “Come lavoriamo sui diritti umani”. La rete di associazioni del CTA medio Friuli ha pensato potesse essere un momento di riflessione, sensibilizzazione e confronto su come i diritti vengono declinati in alcune realtà del nostro territorio. Non con un approccio teorico ma di esperienze personali. Come giornalista Ragogna si è posto il problema della necessità di dare voce a chi voce non ne ha, dare voce alle periferie del mondo, a tutte le periferie. La comunicazione è centrale nel formare la percezione della realtà, ma non è la realtà. È una sua rappresentazione, plasmabile e “usabile”. Il linguaggio che si sceglie di adottare influenza la disgregazione o la tenuta dei legami nelle comunità, già messi a dura prova dalle profonde differenze economiche e di opportunità tra gli individui. Così gli ultimi, i poveri, ora fanno paura, sono diventati una minaccia alle sicurezze. Il volontariato, che invece gli ultimi li conosce bene perché li frequenta quotidianamente, ha ora anche la sfida di “raccontarli” e far capire che i diritti non “tolgono” qualcosa a qualcuno per darla ad un altro. Ci rendono invece più uguali, solidali. Ma sì, anche più felici.