Vietato parlare di individuo. Solo persona!

Editoriale pubblicato il 06 mag 2019 nella newslsetter 20/2019

Per il volontariato non deve esistere  il termine-concetto “individuo”: ma solo quello di “persona”.  E la “persona”  si sostanzia e si declina in sei pronomi: io, tu, egli, noi, voi, essi! E’ l’opzione della “comunità” (diversa da “società”) come unico riferimento significativo e di senso per il volontariato che non vuole essere “psicoterapia per anziani” né “barelliere della storia” ma che cerca in ogni sua azione la sintesi tra libertà e giustizia sociale (rispettivamente il ’68 e il Vaticano secondo)”
Così  Johnny Dotti si è espresso in un passaggio del suo contributo al MoVIDAY di domenica 2 giugno all’Hospitale di San Giovanni di San Tomaso.
Tre indicazione strategiche per il volontariato che vuole essere componente attiva della “repubblica” e soggetto permanente di “costituzionalizzazione” della società italiana:
1.    Saper mettere sempre insieme lo specifico dell’azione concreta di ciascuna esperienza di volontariato con le sfide globali (contrasto alle ingiustizie e diseguaglianze);
2.    Connettere le generazioni (in particolare in Italia!), perché si stà interrompendo il flusso di eredità che da sempre ha caratterizzato lo scambio generazionale;
3.    Essere “istituente” e non istituzione. Creativo e generativo, dove il “lasciar andare” è il fine ultimo della propria azione.
O così o il volontariato diventa (è) un’altra cosa!