quando finirà?

Editoriale pubblicato il 04 lug 2019 nella newslsetter 23/2019

Ancora una foto, ancora morti. Non tanto tempo fa Aylan Kurdi giaceva senza vita a faccia in giù, tra la schiuma delle onde, nella sua t-shirt rossa e nei suoi pantaloncini blu scuro. Adesso padre e figlia morti nel Rio Grande mentre cercavano il sogno Usa.
Strazianti immagini di una tragedia che si consuma sempre più spesso ai confini del nostro mondo “sviluppato”. Simbolo dei rischi e della fatica dei migranti che tentano di raggiungere il nostro benessere. I tanti muri che si stanno costruendo non sono altro che i muri che noi stessi abbiamo dentro di noi. Sono i muri della nostra paura: paura dell'altro, del diverso, paura di perdere le nostre piccole conquiste materiali. Nel nostro piccolo mare, un tempo crocevia di scambi di uomini e di merci ora ridotto a triste spettacolo di una nave, la Sea Watch, costretta a forzare un blocco navale per completare il salvataggio di 46 poveri cristi colpevoli anche loro di voler fuggire dalla miseria e dalla fame. Certamente fino a quando permarrà in Italia e  nel mondo una politica che alimento l'odio per fini strumentali, avremmo purtroppo ancora modo di indignarci per altre e ancora più drammatiche fotografie. Forse è il momento per resistere per ripensare a una altra politica a una nuova società, più inclusiva ed altruista. Buonisti? Continuiamo a pensare che questo sia un pensiero buono m anche realista: non c'è futuro e non c'è sicurezza senza solidarietà. Equità e rispetto dell'ambiente sono le strade per stare bene tutti e tutti insieme! Perché ci ostiniamo ancora a percorrere strade che al contrario creano dolore e malessere?