nuove povertà educative

Editoriale pubblicato il 29 apr 2021 nella newslsetter 17/2021

“Non possiamo girarci dall’altra parte di fronte alla povertà educativa . Perché è chiaro che deve essere uno dei temi centrali quando ci occupiamo di scuola e di orientamento. Se non tutti i ragazzi hanno gli strumenti necessari per partecipare in maniera adeguata alle lezioni, le diseguaglianze rischiano di aumentare a dismisura arrivando a colpire la parte più fragile della popolazione. Non parliamo di numeri, attenzione. Parliamo di storie, di vite, che ci riguardano molto da vicino. A causa di questa crisi le povertà preesistenti si sono acuite o se ne sono sviluppate di nuove, con molte altre famiglie che si sono trovate improvvisamente in difficoltà" così si esprime Annie Pontrandolfo  preside Asnor (associazione nazionale orientatori scolastici)
.  E’ importante capire come recuperare il gap che si è generato in questi mesi in termini di apprendimento.  Le persone più fragili sono quelle più colpite e tra queste i giovani, nel loro insieme: l’interruzione di molte attività educative e le limitazioni nell’offerta scolastica già di per sé rappresentano una perdita significativa di opportunità per la crescita, di cui risentono maggiormente i ragazzi più svantaggiati. A questo si aggiunge il “distanziamento sociale” e la limitazione della vita sociale e delle attività ricreative e sportive che nei ragazzi ha un effetto ancor più importante.
Dare una risposta a queste problematiche è un obiettivo che come MOVI ci siamo posti e una possibile "risposta" può essere il progetto “ScuTer ovvero Scuola e territorio alleati per ripartire”. Obiettivo attivare quindi nei prossimi anni un’azione straordinaria e specifica di rinforzo dell’offerta educativa, mobilitando le risorse della “comunità educante” per accompagnare i ragazzi e aiutarli a recuperare la dimensione sociale e relazionale, rileggendo e valorizzando l’esperienza della pandemia nel loro percorso di crescita. Promuovere la collaborazione “scuola-territorio” per rispondere ai bisogni legati agli effetti della pandemia, con particolare attenzione ai ragazzi con maggiore svantaggio. Ampliare l’offerta formativa-didattica, nel quadro del nuovo insegnamento di “educazione civica” come cornice dentro la quale attivare laboratori, approfondimenti, attività extrascolastiche che, integrando l’offerta della scuola con le proposte e le attività del territorio, possono mobilitare energie e risorse per affrontare la sfida educativa portata dall’esperienza del COVID.