Su Di me sguardi schifati per la pelle

Editoriale pubblicato il 10 giu 2021 nella newslsetter 23/2021

Aveva 20 anni un colore della pelle diversa e un nome che sapeva di esotico: Seis. Il ragazzo arrivato dall’Etiopia e adottato da una coppia di genitori di Nocera Inferiore si è suicidato impiccandosi nella casa di famiglia; non  è riuscito a sopportare il penso d uno strisciante razzismo. I genitori adottivi  dicono che il razzismo non c'entra ma l’atto d'accusa scritto due anni fa da Seid Visin è  un pugno nello stomaco per tutti noi e la lettera  straziante, lucida potente è stata letta integralmente al suo funerale. Par di vedere Said mentre scrive:"Non sono un immigrato  - sono stato adottato da piccolo.. ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani non trovano lavoro...Dentro di me è cambiato qualcosa, come se mi vergognassi di essere nero, come se avessi paura di essere scambiato per un immigrato, come se dovessi dimostrare alle persone che e non mi conoscevano che ero come loro, che ero italiano, bianco. Facevo battute di pessimo gusto su neri e immigrati...come a sottolineare che non ero uno di loro. Ma era paura. La paura per l'odio che vedevo negli occhi della gente verso gli immigrati. Non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo sono una goccia d'acqua in confronto all'oceano di sofferenza che sta vivendo chi preferisce morire anziché condurre un'esistenza nella miseria e nell'inferno. Quelle persone che rischiano la vita, tanti l'hanno già persa, solo per annusare, per assaggiare, il sapore di quella che noi chiamiamo semplicemente 'vita'"
Dovremmo un po’ tutti sentirci in colpa per questo clima di razzismo creato ad arte. Per poi lucrarci politicamente.