l'ultimo degli ultimi

Editoriale pubblicato il 05 ago 2021 nella newslsetter 31/2021

Con questa news chiudiamo la prima parte dell'anno e vogliamo andare in vacanza con una "buona notizia"" che ci raccontano dal Sermig. Sono piccole storie di riscatto umano e sociale realizzate con umiltà dal "Capitano Ultimo" un uomo che la mascherina sul volto la porta da ben prima del Covid non per difendersi dal virus ma dalla mafia. Lui è il il tenente colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio. L’uomo che catturò Totò Riina, il capo dei capi di Cosa Nostra.Ora in pensione , a anche da molto prima può dedicarsi al servizio degli ultimi. Lo fa da anni, al quartiere Prenestino di Roma, accanto al Grande raccordo anulare, in via Tenuta della Mistica. Lì ha fondato una piccola casa famiglia, gestita dall’Associazione Volontari Capitano Ultimo: accolgono minori in difficoltà, in affidamento dai tribunali. Scrive Pino Corrias: «Tre strutture abitative in legno per gli otto mino¬ri ospitati, più l’orto, il forno per il pane, la sala mensa, i laboratori dove si lavora il ferro, la pelle, la stoffa. Il tutto finanziato da donazioni private, comprese quelle di Raoul Bova e della Nazionale cantanti. Un luogo dove i ragazzi, ultimi anche loro della fila sociale, studiano, imparano un mestiere, ma soprattutto la vita». Piccole, semplici storie di riscatto umano e sociale. Ci sono pure la pizzeria, l’erboristeria, il telaio. C’è la falconeria – che ospita rapaci feriti raccolti dalla Lipu – e c’è la cappella, completamente in legno: tetto, altare, crocifisso. Non ha mura, né porte, né finestre, è aperta sui quattro lati. La domenica vi si dice messa, si prega e si canta. Pranzando poi tutti insieme. Lì Ultimo accoglie gli ultimi. Deposta la divisa – peraltro quasi mai indossata – prende l’abito del buon samaritano. Dona pane ed educazione ai suoi ragazzi di strada. Perché non restino per sempre ultimi


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