Volontariato generatore di innovazione

Editoriale pubblicato il 24 set 2021 nella newslsetter 35/2021

Facciamo nostro l’editoriale di Stefano Zavagni su Vita.it quando ci sprona ad essere “Generatori di amicizia civie”. Una frase coniata ancora da  Aristotele 2400 anni fa e ripresa appieno nell’enciclica “Fratelli tutti” di papa Francesco perché, continua Zavagni:«Se ci chiediamo qual è il soggetto collettivo che più di ogni altro è creatore di beni relazionali capaci di generare amicizia civile questo è il volontariato. Per spiegare l’amore solidale si può fare riferimento al concetto di solidarietà di classe o di gruppo, ovvero a quel mutuo aiuto che si attiva tra gli appartenenti a una medesima classe o gruppo sociale. È in sostanza la fratellanza, che unisce i compagni, ma li separa dagli altri; rende soci e quindi chiude gli uni nei confronti degli altri. L’amore agapico, invece, è quello della fraternità che pone il suo fondamento nel riconoscimento della responsabilità di ciascuno verso l’altro. Il gesto di Caino suggerisce che la fraternità non deriva dal sangue. Né deriva dalla vicinanza, ma dalla prossimità, come la vicenda del Buon Samaritano chiaramente indica. Ebbene, il problema più serio delle società dell’Occidente avanzato è oggi quello di una carenza di fraternità, vale a dire di amicizia civile»
 In effetti  anche no, nelle nostre piccole o grandi realtà associative ci sentiamo un po’ in mezzo ad un guado, stiamo vivendo, come dice Zavagni: «una stagione di crisi, ovvero di passaggio da ciò che era ieri a ciò che sarà domani. Nell’attuale stagione a livello sia nazionale sia europeo l’attenzione è focalizzata sul Terzo settore produttivo, che comprende fondazioni, imprese sociali e cooperative sociali in primo luogo. Ebbene, è in una situazione del genere che il volontariato ha un grande bisogno di bene-dicenza, ovvero che si dica, che si narri il bene che esso già fa e che sempre più sarà chiamato a fare.»