Siamo in periodo di vacanze ossia di distacco dalle solite occupazioni per cercare di rilassarci e ricaricare le batterie ma, sembra che non sia cosi per tutti, infatti sono quasi 9 milioni gli italiani che quest’anno non partiranno per le vacanze estive e rinunceranno alle tanto attese ferie. Il motivo? Non se lo possono permettere economicamente. Lo evidenzia l’indagine dell’Istituto di ricerca Emg Different ,condotta su un campione della popolazione italiana dai 18 ai 74 anni per sesso, età, regione e ampiezza demografica dei comuni. Se da una parte sooi evidenti queste difficoltà c’è anche una parte di persone che mette le sue vacanze a disposizione degli altri partecipando ai campi estivi di Libera o di Legambienre, ai soggiorni organizzati per le persone diversamente abili o animando le persone anziane nelle case di riposo. Ma c’è anche un altro modo intelligente per un turismo “responsabile”. Sono diverse associazioni, cooperative, enti religiosi che organizzano viaggi presso realtà missionarie in Africa o altre zone disagiate del mondo. Un turismo diverso che rispetti le tradizioni e la cultura delle comunità locali ospitanti. Molto spesso gli accompagnatori sono più mediatori culturali che semplici guide turistiche e questo è uno dei valori aggiunti del viaggio. Vorrei condividere un ricordo di un viaggio simile effettuato fra le tribù Gumuz dell’Etiopia invitato da un caro amico Paolo, purtroppo scomparso due anni fa proprio durante una missione a Goro, Con lui visitammo le varie missioni gestite dai sacerdoti del’’Ordine dell’Imitazione di Cristo, una congregazione di sacerdoti indiani, conosciuti come Padri di Betania,Fummo ospiti della tribù di Gumuz, un balzo indietro nel medioevo agricolo ma un’esperienza davvero gratificante