volevo essere una farfalla

Editoriale pubblicato il 15 feb 2024 nella newslsetter 07/2024

Un libro per vincere l'anoressia o almeno per combatterla, è il testo di Michela Marzano è un'affermata filosofa e scrittrice, un'autorità negli ambienti della società culturale parigina. Dalla prima infanzia a Roma alla nomina a professore ordinario all'università di Parigi, passando per una laurea e un dottorato alla Normale di Pisa, la sua vita si è svolta all'insegna del "dovere".Un diktat, però, che l'ha portata negli anni a fare sempre di più, sempre meglio, cercando di controllare tutto. Una volontà ferrea, ma una costante violenza sul proprio corpo. "Lei è anoressica" le viene detto da una psichiatra quando ha poco più di vent'anni. Questo libro non è nuovo, ma resta un classico per comprendere una vita dell’autrice, sempre all’insegna del “dovere” e di ogni ragazza che vive sempre obbediente e disciplinata. L’autrice, la filosofa Michela Marzano, ha fatto di tutto pur di sentirsi amata dal padre, pur di sentirsi «piena» d’amore, di quell’amore che probabilmente non ha sperimentato nella sua infanzia, perché sotterrato dalle troppe aspettative, dalle troppe attese. Marzano racconta la tubercolosi che ha dovuto combattere, i tentati suicidi e i risvegli in ospedale, gli amori tossici e gli sguardi giudizievoli. L’anoressia e la guarigione. «Mi ero convinta che se fossi riuscita a diventare leggera come una farfalla, tutto sarebbe andato a posto. Sarei diventata forte, indipendente, libera. E non avrei mai più avuto bisogno di nessuno».

"L'anoressia non è come un raffreddore. Non passa così, da sola. Ma non è nemmeno una battaglia che si vince. L'anoressia è un sintomo. Che porta allo scoperto quello che fa male dentro. [...] Oggi ho quarant'anni e tutto va bene. Perché sto bene. Cioè... sto male, ma male come chiunque altro. Ed è anche attraverso la mia anoressia che ho imparato a vivere. Anche se le ferite non si rimarginano mai completamente. In questo libro racconto la mia storia. Pensavo che non ne avrei mai parlato, ma col passare degli anni parlarne è diventata una necessità." (L'autrice).