volontariato al femminile

Editoriale pubblicato il 07 mar 2014 nella newslsetter 09/2014

Anche noi vogliamo essere banali e parlare della Festa della Donna. Ci piace pensare che la donna possa essere festeggiata non solo l'otto marzo ma tutto il corso di un anno. Ci piace pensare che la donna possa essere come e meglio dell'uomo e che non possa esistere il razzismo di genere. Un volontariato al femminile è un volontariato attento, gentile, pragmatico efficace. Un volontariato al femminile può essere molto fantasioso e allo stesso tempo efficiente. Vorremmo che l'espressione "Festa della Donna" diventasse "Giornata Internazionale della Donna" cioè un momento di riflessione sulla condizione femminile. Anche festa, ma non solo. Perché c'è bisogno di una festa della donna? Forse perché la donna ha dovuto, troppo spesso, accontentarsi di un ruolo subalterno all’uomo. Ha subito angherie, soprusi, violenze: il suo essere femmina era già “limite” che la condannava. Non dovrebbe esserci il bisogno di regalare una mimosa o fare gli auguri solo perché appartieni ad un genere. Non ci dovrebbe essere il bisogno di comportarsi in maniera diversa solo una certa giornata dell'anno. Una giornata speciale cui viene affidato il compito di compensare le attenzioni mancate, i posti in fondo alla fila nel mercato del lavoro, le fatiche dell'essere madre sola. Ecco una bella sfida per il volontariato: avvicinare il momento in cui non sarà più necessario celebrare in un giorno specifico l’essere donna. Quando questo momento arriverà significherà che i pari diritti e le pari opportunità non saranno più traguardi da raggiungere ma i pezzi più belli della nostra vita.