fattorie sociali

Editoriale pubblicato il 24 apr 2014 nella newslsetter 16/2014

Solidarietà: un parola che fa paura, che provoca, che impegna tutti noi per un mondo migliore che non può essere risolto come una responsabilità delegata agli altri, ai governi, a "quelli che contano". Negli ultimi anni si sta affermando il concetto di agricoltura sociale come risultato di una sinergia fra organizzazioni agricole e terzo settore nella prospettiva dello sviluppo di un nuovo welfare. Queste buone alleanze hanno dato vita all’esperienza delle fattorie sociali realizzate sia nell’ottica della differenziazione del servizio offerto da aziende agricole già esistenti, sia come esisto del lavoro in agricoltura promosso dalle cooperative sociali. Pur nelle differenti tipologie, l’obiettivo comune è ovviamente quella di dar vita a reti sociali entro le quali i soggetti deboli possano trovare una risposta ai bisogni di inclusione socio-lavorativa, e autonomia abitativa. Le agricolture sociali sono molteplici perché diversi sono gli approcci, da quello dell’inclusione a quelli della formazione e della relazionalità. Tutti comprendono le attività agricole - o a queste strettamente connesse - in grado di generare benessere per fasce di popolazione a ridotta contrattualità o in fase di formazione. La fattoria sociale è un’impresa economicamente e finanziariamente sostenibile che svolge l’attività produttiva in modo integrato con l’offerta di servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi ed occupazionali a vantaggio di soggetti deboli, in collaborazione con istituzioni pubbliche e con il vasto mondo del terzo settore.
              
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