Riforma della legislazione del Terzo Settore: un buon inizio?

Editoriale pubblicato il 03 lug 2014 nella newslsetter 25/2014

Nonostante alcune perplessità sui metodi partecipativi poco ortodossi, il percorso per la riforma della legislazione sul complesso mondo del "no-profit" è partito. La prima consultazione via mail ha sollevato infatti qualche dubbio per il rischio di non tenere in debito conto i tavoli e le rappresentanze tradizionali. Sulla base dei contributi accolti è stato predisposto un disegno di legge delega per definire il mandato che il Parlamento affiderà al Governo affinché proceda alla revisione vera e propria delle leggi di settore. Sul testo, ancora in bozza, è stato chiesto un parere al Forum del Terzo Settore. Abbiamo chiesto cosa ne pensa a Franco Bagnarol, presidente Nazionale del MoVI e membro del Coordinamento Nazionale del Forum. "Un testo interessante", ha affermato, "che conferma una visione di ampio respiro che tiene conto delle nuove istanze di partecipazione e riconoscimento di una funzione pubblica delle realtà del privato sociale attive per la solidarietà. La sfida che sembra accolta dal documento, è di agire su due fronti: da una parte definire meglio confini e requisiti per accedere ad agevolazioni e aiuti, anche valorizzando le attività reali e non solo i requisiti formali dei diversi soggetti, dall'altra il riconoscimento del ruolo politico e di cogestione di pezzi di amministrazione del bene comune, che richiede nuovi regolamenti e nuove pratiche amministrative". Un buon inizio, abbiamo chiesto? "Sembra di si", ci ha risposto, "anche se siamo solo all'inizio: occorrerà accompagnare il dibattito e le consultazioni sui singoli provvedimenti, per far si che le spinte più innovative non vengano perse strada facendo".





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