I numeri del volontariato: quando il metodo è garanzia

Editoriale pubblicato il 25 lug 2014 nella newslsetter 28/2014

Un interessante approfondimento, apparso su CIESSEINFORMA Web magazine del CSV Friuli V. G. dal titolo IL PROBLEMA DELLA VALUTAZIONE NEL VOLONTARIATO: ERRORI DI METODO, sollecita attenzione e riflessione sui metodi di indagine usati per indagare e misurare l'universo del Volontariato. I dati non vanno presi per oro colato, insomma. Troppo spesso vengono “sparati” numeri diversi a seconda dell'istituto che effettua l'indagine, della tecnica di costruzione del campione “rappresentativo”, della corretta o approssimata definizione del termine “volontario” - premessa fondamentale per identificare l'oggetto della ricerca. I risultati possono essere infatti vanificati dalla pluralità di significati attribuiti al concetto di volontariato, dalla mancata delimitazione dell’ambito di ricerca in termini sociali, geografici e temporali. Le dieci rilevazioni nazionali realizzate dal 1997 al 2010 e analizzate da Renato Frisanco (Seminario Giugno 2014 del notiziario web Redattore sociale) forniscono infatti misurazioni molto diverse fra loro. Quanti volontari ci sono in Italia? 3 milioni e mezzo come rilevato dall'Istat o 13 milioni rilevati dal Censis? Quanta parte popolazione rappresentano? Il 7,3% o il 26,2%? Anche in Europa le definizioni di volontariato non chiare producono incertezze e confusioni: si conteggiano anche pensionati, iscritti ai partiti politici, figli che accudiscono i genitori anziani … È assolutamente necessario fare ordine, dunque, partendo da metodologie di indagine rigorose.

Un motivo in più per convergere su definizioni chiare e condivise di chi è il volontario e cosa caratterizzi un'organizzazione di volontariato.


CIESSEINFORMA

Relazione R. Frisanco Seminario Redattore Sociale