Welfare in caduta libera: quali scelte?

Editoriale pubblicato il 08 feb 2013 nella newslsetter 5/2013

Il volontariato non è solo assistenza. Ma nel suo impegno per una società equa ed inclusiva che possa davvero realizzare il monito costituzionale di  "rimuovere gli ostacoli" che impediscono una vita piena e la partecipazione di tutti non può esimersi da un'attenzione speciale al tema del welfare. Perchè senza uno stato sociale è come se pensassimo che in una gara di corsa tutti possano concorrere "alla pari" pur non partendo allineati sulla linea del via. Oggi la distanza tra chi è in "testa" e chi parte invece svantaggiato cresce sempre più e sempre meno ci si adopera per ridurre questa distanza.
Se è vero infatti che i fondi nazionali per gli interventi sociali hanno perso negli ultimi 5 anni il 75% delle risorse complessivamente stanziate dallo Stato (come afferma una recente indagine dello Spi-Cgil) vuol dire che ormai il sistema sociale non è solo in via di "ristrutturazione" per ridurre gli sprechi, ma sembra semmai in fase di smantellamento avanzato.
Ricordiamo che sono dati nazionali, e al nord le regioni in questi anni sono a mantenere il livello di spesa storica, ma sappiamo che difficilmente potranno continuare a farlo a lungo se i tagli a livello nazionale dovessero perdurare.
Il fondo per la non autosufficienza, la cui dotazione finanziaria nel 2010 era di 400 milioni di euro, sempre secondo l’indagine del sindacato dei pensionati, invece, è stato del tutto eliminato dal governo Berlusconi e non è stato rifinanziato dal governo Monti “nonostante le reiterate promesse in tal senso”. Ulteriori decurtazioni di risorse, prosegue lo Spi, sono state apportate al Fondo per le politiche della famiglia (da 185,3 milioni a 31,99 milioni) e a quello per le politiche giovanili (da 94,1 milioni a 8,18 milioni).
Sappiamo che i tagli servono a ridurre la spesa, per permettere di pagare il debito senza aumentare le tasse (che poi chissà perché comunque aumentano lo stesso). E questo perchè? Perché l'economia libera e finanziaria possa tornare a crescere e allora tutto tornerà come prima

E se fosse proprio questa "sistema economico" ad avere ormai dimostrato il suo limite e la sua insostenibilità? (e la vicenda MPS preoccupa non solo per le eventuali illegalità, ma perchè dimostra che anche a "sinistra" comandano i profeti della finanza creativa).
Non sarebbe ora di ascoltare chi studia e sperimenta altre strade? Non dovrebbero essere queste le riflessioni al centro del dibattito e dei programmi elettorali?