Pèsah

Editoriale pubblicato il 02 apr 2015 nella newslsetter 13/2015

Pasqua: dall'ebraico “pèsah” cioè passaggio, passare.

Non è festa per residenti, ma per migratori che si affrettano al viaggio. Forse dovrebbe essere la festa di tutti i “migranti” nuovi o antichi.
La vorremmo festa per un passaggio da un inverno di tristezze, perdite di lavoro, di amicizia e amori ad un ritrovato senso di energia, di ricerca del meglio per sé e per gli altri.
E allora sia Pasqua piena per chi apre brecce e fabbrica passaggi dove ci sono muri e sbarramenti, per chi salta ostacoli, per chi corre dietro i sogni e le utopie, per gli atleti della parola “pace”.
Sia Pasqua di ricerca della ricchezza che c'è sempre in ogni diversità: di colore, di nazionalità, di condizione sociale, di salute e forma fisica.
Buona Pasqua di resurrezione, perché dopo il dolore c'è l'urlo di gioia della vita che nasce. Sia davvero una ricorrenza feconda di senso e significati, ogni anno nuovi, di questo appuntamento che ricorre nel tempo.

 

                  felice pasqua a tutti