Il sedici giugno, martedì scorso, la Commissione Affari Costituzionali del Senato, che sta esaminando la proposta di Legge Delega al Governo per la riforma della legislazione del Terzo Settore, ha avviato un ciclo di consultazioni, invitando le principali reti e rappresentanze di questo variegato mondo. Anche il MoVI ha portato il proprio contributo, presentando un documento formulato dal Comitato Nazionale nella riunione del fine settimana passato. Il tema su cui ci siamo più soffermati riguarda la necessità di mantenere ben distinti, nella riforma futura, i mondi della gratuità e dell'impresa sociale, mondi che certo collaborano e si contaminano, ma che, essendo mossi da finalità e secondo logiche assai differenti, non possono essere forzati nello stesso contenitore. Analogamente il MoVi ritiene che vadano armonizzate e semplificate le normative, mantenendo però la distinzione tra associazionismo di volontariato (che opera a favore di terzi o della collettività) dall'associazionismo di promozione sociale (che opera per promuovere i propri soci): realtà entrambe meritorie e da sostenere ma valorizzando e non negando le diverse specificità. Ci siamo poi interrogati su quale modello di welfare sottintenda la visione del legislatore: a nostro avviso è fondamentale che la riforma non serva ad aprire la strada ad una generalizzata delega alla società civile e ai privati di un dovere costituzionale. Pensiamo che si debba invece rafforzare una impostazione sanamente sussidiaria, per costruire un welfare partecipato, in cui cittadini e istituzioni collaborano nel comune impegno per il bene comune.
Come MoVI abbiamo quindi appoggiato e condiviso le proposte di emendamento al DDL presentate dalla Conferenza Nazionale delle Associazioni e Reti di Volontariato (CONVOL) a cui aderiamo.
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