Abemus papa

Editoriale pubblicato il 14 mar 2013 nella newslsetter 10/2013

papaNel momento storico di confusione e disorientamento che viviamo, molte sono le aspettative che da molte parti, dentro e fuori dalla chiesa, si rivolgono al nuovo pontefice al quale auguriamo con affetto e fiducia i nostri migliori auguri per il compito importante e delicato che lo aspetta.
Ha scelto come nome "Francesco". Per molti un richiamo forte ad una missione di speranza, semplicità e povertà per sè e per la chiesa tutta. Questa millenaria istituzione ha saputo darsi una guida, affidandogli il compito di portare la chiesa stessa fuori da un guado in cui sembra rischiare di insabbiarsi.
Ci chiediamo in che misura una persona sola possa incarnare la responsabilità e il compito di "fare la storia" o se invece non sono per lo più le condizioni sociali, i movimenti generali, a determinarne il corso. E una riflessione viene spontanea pensando anche alla situazione del governo italiano. Sappiamo che la democrazia ha altre leggi rispetto alla chiesa: quì non servono capi universali o "uomini della provvidenza". Democrazia richiede dialogo tra molti e ricerca collegiale del bene di tutti.  Eppure ci vorrebbe anche in questo caso uno "spirito santo" che illumini i nostri rappresentanti nelle future scelte, perchè con più umiltà sappiano davvero mettersi al servizio dell'interesse generale.
Questo è quello che un qualsiasi cittadino si aspetterebbe dagli eletti ma che purtroppo non sembra (ancora?) accadere. Non vorremmo più sentire anatemi e scomuniche, urla sguaiate di qualsiasi colore esse siano, sparate per o contro ogni cosa senza sapere più da che parte cercare qualche dato certo, qualche idea credibile, per costruire il futuro. Non ci servono capri espiatori ne eroi ma umili ascoltatori, pazienti cercatori e abili costruttori.

Tutto il resto ci fa solo perdere tempo e speranza.