Vogliamo una riforma non per preservare ma per andare oltre

Editoriale pubblicato il 22 ott 2015 nella newslsetter 38/2015

Nell’iter della riforma del Terzo Settore siamo appesi agli emendamenti che derivano da revisioni e approfondimenti promossi non solo dalle parti in causa ma dallo stesso relatore al Senato. Emendamenti miranti a migliorare le cose, a chiarire i termini della questione, compresa – speriamo – anche la nostra identità, su cui ci stiamo battendo. Gli argomenti in discussione sono tutt’altro che secondari:
1. la precisa identità delle forze in gioco (Cooperative, Fondazioni, ONG, ODV, APS …)
2. il ruolo dei vari attori, a cominciare dai Centri Servizi per il Volontariato che devono essere un sistema organico e armonico al servizio del volontariato, dalla relazione con le Istituzioni e con le altre rappresentanze economiche e sociali
3. il problema dei sostegni, dei controlli e via dicendo.
Ma soprattutto c'è la necessità di mettere in campo una normativa che non cristallizzi il passato ma apra al futuro, tenendo conto dei cambiamenti in corso nella società che sono sempre più rapidi e non di poco conto. Il MoVI vuole valorizzare la sua tradizione che affonda le radici nel volontariato moderno nato negli anni 70 ma ha la precisa consapevolezza che oggi occorre evolversi e adattarsi alle necessità crescenti e mutevoli, con una logica nuova, di cittadinanza attiva adatta ai tempi che cambiano. Per questo vuole scongiurare il pericolo che venga introdotta una legislazione che irrigidisca a una realtà in movimento. Per noi e per la società intera. (leggi tutto)