Volontariato: un modo nuovo di stare nella politica

Editoriale pubblicato il 10 dic 2015 nella newslsetter 45/2015

101mila organizzazioni su 300mila censite dall'Istat operano a favore di chiunque abbia bisogno: forme piene di cittadinanza attiva, una presenza diffusa di attori del civismo di cui il volontariato è parte essenziale e punta di diamante. La politica e le amministrazioni pubbliche dovrebbero agganciarsi a queste forze, trarne “indirizzo” e favorirle (vedi l'art. 118.4 della Costituzione). Ma come dare piena attuazione a quello che ormai è un indirizzo costituzionale esplicito? La sfida è culturale, sociale e politica allo stesso tempo.” Questa la domanda, nel suo intervento all'Assemblea Nazionale del Movi, di Giuseppe Cotturri che ha poi lanciato la proposta di intraprendere una azione forte per il riconoscimento dell'azione civica, del volontariato e della cittadinanza attiva, per “allargare” il sistema politico, moltiplicare la partecipazione e  per una ricostruzione profonda della democrazia (nel nostro paese e non solo).
Siamo in presenza di forme politiche che mirano soprattutto alla conquista della delega a favore di ristrette oligarchie che poi determinano gli indirizzi delle politiche nazionali. Cotturri ha proposto di avviare una campagna che pronunci a voce alta – insieme ad altri - il diritto di tutti a "concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale" (art 49 della Costituzione) affiancando al sistema dei partiti forme di partecipazione diretta e amministrazione condivisa.
Un cantiere che vale la pena aprire al più presto perché rilanciare l'esercizio della responsabilità di tutti per il rispetto della dignità umana, dei beni comuni e dell'ambiente è un bel contributo che il volontariato può dare in questo momento storico di transizioni tumultuose.