Gratuito non è gratis

Editoriale pubblicato il 07 apr 0201 nella newslsetter 14/2016

In Italia da alcuni anni la crescita economica si misura con i decimali, anziché con numeri interi. Di per sé questo ci dovrebbe far sospettare che forse - e non solo in Italia – dobbiamo cercare un futuro di sviluppo anziché di crescita (qualità anziché quantità). E ci dovrebbe incoraggiare a valutare il benessere slegandolo dalla quantità di denaro messa in movimento. Si potrebbe anche dare un’occhiata alle tasche nelle quali il denaro si deposita: sono tasche diverse o grossomodo sempre le stesse? Ed esaminare il “cosa” fa muovere il denaro: l’onesta produzione e vendita di beni e servizi? Le partite di cocaina? Il gioco d’azzardo? Un Pil così calcolato merita ancora il primato di supremo indicatore del benessere?
L’azione gratuita del volontariato nel Pil non è contemplata perché si esplica dentro la capacità di relazione, di cura delle vulnerabilità, di denuncia del tanto o poco che ancora separa alcune fasce della nostra popolazione dalla piena realizzazione dei diritti costituzionali. Confondere la gratuità e il gratuito con il “gratis” sarebbe come cercare di sommare litri con quintali: operazione impossibile. Il gratuito appartiene all’ordine della qualità di una azione ed ha la capacità di cambiare i rapporti e la cultura dentro una comunità: compio questa azione perché voglio, non perché devo o perché mi conviene. L’azione gratuita non è “lavorare gratis”, cioè a prezzo zero, ma elevare la qualità delle relazioni con le persone e con le cose. Il suo valore è infinito, non può avere un prezzo. Quantificare economicamente l’azione del volontariato ritiene l’utile più importante del migliore e porta a chiedersi: quanto abbiamo risparmiato grazie ai volontari?
Ci possono essere domande più generative di cambiamento: quali sono i pensieri e le azioni da incoraggiare perché migliorano la qualità della convivenza nelle nostre comunità? Le politiche sociali devono preoccuparsi di risparmiare risorse (tagli) o di non sprecare risorse esistenti (valorizzazione della sussidiarietà)?