Verso l'assemblea dell'ente gestore del CSV del FVG

Editoriale pubblicato il 04 apr 2013 nella newslsetter 12/2013

In questi giorni è arrivata alle associazioni socie dell'ente gestore del Centro Servizi Volontariato, la convocazione per gli incontri provinciali in preparazione dell'assemblea associativa che si terrà l'11 maggio.
Nella mail viene sinteticamente annunciato il contenuto dell'assemblea che a dire il vero sarà piuttosto impegnativa e importante. I soci dell'organizzazione saranno infatti chiamati a di discutere il bilancio preventivo (anche se ormai un terzo dell'anno è già passato) che contiene linee di indirizzo sulle attività che il CSV dovrà realizzare nei restanti otto mesi. L'assemblea dovrà altresì eleggere il nuovo consiglio direttivo (o meglio i 5 membri rappresentanti dei volontari, ai quali si aggiungono altri 4 di nomina degli enti locali e del CoGe).
Infine viene proposto di modificare lo Statuto dell'ente. Ci saremmo aspettati un'informazione più chiara sulle motivazioni e necessità di questo cambiamento e sui nodi che le modifiche vorrebbero sciogliere. Le associazioni devono, intanto, farsi un'idea dalla comparazione tra il testo dello statuto vigente quello proposto.
Immaginiamo che molti dei nostri lettori sentano queste questioni come "lontane" o per addetti ai lavori. Eppure, come ribadito chiaramente dalle normative nazionali, il CSV deve essere governato e gestito dai volontari per i volontari. Questo vuol dire, innanzitutto, due cose:
1) chi si associa all'ente gestore del CSV non ha più diritti degli altri volontari. Associarsi vuol dire essere disponibili ad assumersi una responsabilità a servizio di tutto il volontariato e dedicare tempo ed energie a servizio di tutto il volontariato.
2) L'ente gestore ha il compito di coinvolgere comunque tutto il volontariato (soci e non soci) nella definizione delle strategie e degli obiettivi. Tutto il volontariato deve tanto poter usufruire dei servizi del CSV quanto partecipare ala suo indirizzo.
Di fatto è evidente che l'attuale gestione si limita ad una partecipazione un poco "di facciata", avendo associato quasi 600 associazioni che però vengono informate all'ultimo momento e non hanno molte possibilità di incidere veramente nei meccanismi che governano il CSV.
Siamo convinti che il CSV dovrebbe organizzare e sostenere un confronto e una collaborazione costante con tutte le organizzazioni di volontariato, non solo al momento delle assemblee, privilegiando il livello di ambito dove normalmente ci si conosce e ci si incontra facilmente e dove è più forte l'esigenza di un confronto costante con istituzioni e servizi (vedi PDZ). Ma come dovrebbe essere organizzato l'ente gestore per poter fare questo? Va bene un organismo complesso con 600 soci o sarebbe meglio, come nel resto di Italia, un organismo più snello che però sia davvero "di servizio", controllato dal Comitato regionale e dai "forum di ambito"?
Un'altra questione che andrebbe affrontata è il nodo della presenza dei non volontari nel direttivo dell'attuale ente gestore (per altro in numero quasi vicino al 50%, due espressioni delle province, uno del comune di Pordenone e un altro del CoGe). Presenza utile per il confronto e il raccordo con questi enti ma non coerente con il principio della gestione autonoma dei volontari. La modifica statutaria proposta non affronta per nulla questo nodo.

Per approfondire: Statuto vigente - Bozza proposta dal direttivo - Confronto tra i due
                          Documento del MoVI "Il CSV che Vogliamo"