Le nozze con i fichi secchi

Editoriale pubblicato il 09 giu 2016 nella newslsetter 23/2016

Le nozze con i fichi secchi non si fanno. Ce lo ha ricordato il Ministro per la Salute Lorenzin quando ha commentato gli amari risultati presentati dal Censis sull'aumento dei cittadini italiano che ricorrono alla sanità privata quando quella pubblica è impraticabile per i tempi lunghi e, a volte, per la qualità. O non vi ricorrono affatto a causa dei costi, aumentati anch'essi, tenendosi malattie presenti e future senza cure adeguate. Giovanni Nervo era una delle coscienze più lucide del Volontariato; davanti alle politiche socio-sanitarie nazionali piangenti perché sempre più "costrette" ai fichi secchi e sempre più favorevolmente interessate all'apporto delle organizzazioni di volontari ricordava che il problema non è mai la risorsa economica, finita per sua natura, ma è sempre la priorità. Quali priorità guidano la destinazione delle risorse economiche nazionali? La sanità è sempre più oggetto di tagli chiamati riorganizzazioni dell'offerta, lotta agli sprechi, aumento dell'efficienza. A obiettivi raggiunti ci sono sostanziosi bonus annuali ai dirigenti, con fondi prelevati dai budget  della spesa sanitaria complessiva. Contribuendo così, supponiamo, a ridurre le già diminuite risorse del settore. Eppure la Costituzione parla chiaro: Art. 32 - La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. (...)
Le modifiche alla Costituzione occuperanno sempre più la discussione pubblica, speriamo con dibattiti di più alto profilo degli attuali. La piena attuazione dell'art. 32 - invece - è ancora in panchina causa fichi secchi.