Il coraggio delle donne

Editoriale pubblicato il 29 set 2016 nella newslsetter 35/2016

Ci sono delle situazioni che esprimono una carica tale di generosità, dedizione e forza che possono per un attimo  far vacillare il comprensibile compiacimento che noi volontari proviamo nel pensare al nostro impegno, spesso organizzato in orari e turni prestabiliti, programmato anche nell'organizzazione dell'anno (devono starci le vacanze e i fine settimana liberi).
Poter avvicinare chi vive e affronta l'esperienza del prendersi cura e
accompagnare chi è colpito da malattia invalidante e progressiva - senza speranza di guarigione - ci aiuta a dimensionare e collocare con equilibrio anche la nostra azione di volontariato organizzato. Considerazioni che nascono dall'incontro con una donna forte e coraggiosa, come sanno esserlo le donne, che ha scelto di vivere la sua storia d'amore con il compagno di vita come referente, amica, compagna, infermiera di questo tratto di esistenza. Tutto ciò senza le garanzie di una unione matrimoniale formalizzata, nella difficoltà di supporto assistenziale pubblico - spesso nel mirino dei tagli, nelle conseguenze che comporta la scelta di vivere in casa la malattia,  in una relazione dove la comunicazione del compagno è affidata agli occhi. Dove senza le macchine non c'è vita perché non c'è respiro. Ma c'è  un amore tale, che lo puoi quasi toccare, c'è speranza nonostante, c'è forza. E un coraggio inimmaginabile.