la festa della mamma

Editoriale pubblicato il 09 mag 2013 nella newslsetter 17/2013

Domenica prossima, 12 maggio, è la festa della mamma, per i greci “Era”. I romani la festeggiavano per una settimana e noi non sappiamo ancora quanti saranno i soldi spesi in regali, fiori, pranzi, shopping, festeggiamenti vari. Ci saranno dei figli che vorranno ritrovare le loro mamme magari solo per un giorno e lo faranno con un fiore o con un regalo. Ci saranno tante mamme che hanno perso i loro figli, piccoli o grandi, per incidente, per malattia o per amore. Ci saranno tanti figli che le mamme le hanno perse per sempre. Le mamme che lavorano, le mamme che non hanno tempo, le mamme che vorrebbero essere mamme,  mamme che non possono avere figli e che pur di averne si sottopongono a cure stressanti e dolorose. Le mamme che non sono mamme che pensano  solo alla carriera, le mamme che affidano i figli alle tate, le mamme che sono mamme solo alla festa della mamma. La mamma è sempre la mamma. La  festa della mamma dovrebbe essere tutti i giorni dell’anno. Calato il sipario rimangono i figli, i quali stranamente, vorrebbero una mamma semplice, con la quale parlare, dire la loro, brontolare, giocare. Invece con le mamme d’oggi non puoi non solo giocare, ma nemmeno litigare. Il tempo è così poco, che non vale la pena fare il muso duro. Te lo devi tenere per tutto il giorno. Invece sarebbe bello poter fare il muso, avere il tempo “debito” per tenerlo (il muso) ma poi un altro pezzo di tempo per smontarlo (sempre il muso).

Rainer Maria Rilke scrisse delle mani della madre:

Tu non sei più vicina a Dio
di noi; siamo lontani tutti. Ma tu hai stupende
benedette le mani.
Nascono chiare in te dal manto,
luminoso contorno:
io sono la rugiada, il giorno,
ma tu, tu sei la pianta.