Per ricordare nella giornata del ricordo

Editoriale pubblicato il 15 feb 2018 nella newslsetter 06/2018

Da quella volta
non l’ho rivista più,
cosa sarà
della mia città.

Ho visto il mondo
e mi domando se
sarei lo stesso
se fossi ancora là…..

Così cantava Sergio Endrigo, anche lui esule nel 1947 - come altri 350mila - dalle terre Istriane. Ricordare per non dimenticare, per non ripercorrere e riprodurre quelle vie dolorose delle guerra e del dopo guerra. Vogliamo così partecipare alla recente Giornata del Ricordo: perché solo ricordando quei fatti e quelle sofferenze possiamo sperare non accadano più. Dobbiamo essere capaci di riconoscere le “minoranze” di oggi – spogliate di terra e beni – costrette a ricominciare daccapo da un’altra parte. Migrazioni di massa un tempo, migrazioni altrettanto forzate e drammatiche oggi. A queste migrazioni il volontariato impegnato nel soccorso, nell’accoglienza e nell’integrazione risponde con i fatti. Dimostra che il “racconto” che parte della politica italiana oggi ci sta facendo è falso, finalizzato a far crescere la paura, l’intolleranza e l’odio verso chi è diverso da noi. E gli effetti di questo racconto li vediamo nell’aumento di azioni violente verso gli immigrati e di adesioni a gruppi di estrema destra e dichiaratamente fascisti. Ma il fascismo non è un’opinione come le altre. Le sue idee, rimasticate dagli anni e dai cattivi maestri, possono aggredire le generazioni più giovani che di quel dolore della migrazione nulla sanno. E si rifugiano dove gli viene offerta sicurezza e identità. A qualsiasi prezzo.