Festa del lavoro?

Editoriale pubblicato il 03 mag 2018 nella newslsetter 17/2018

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro», recita l’articolo 1 della nostra Costituzione. La Festa del Lavoro che lo celebra — anche chiamata “dei lavoratori” —ha una lunga tradizione: il primo «Primo Maggio» nasce infatti a Parigi il 20 luglio del 1889. Ma se vogliamo continuare a festeggiare il primo maggio è necessario ripensare l’intero sistema economico, rimettendo al centro il benessere sociale. In altre parole raggiungere insieme  quel progresso misurabile non solo dal punto di vista economico ma anche sociale e ambientale . Abbandonare un modello di sviluppo centrato esclusivamente sulla crescita economica per promuovere invece una società che sia prospera, giusta e ambientalmente sostenibile.
Il primo Maggio appena trascorso dovrà essere uno spunto per ragionare sul futuro del lavoro non dando per scontate le enormi diseguaglianze che ha creato, la sua mercificazione - che ha ridotto le persone a strumenti, il suo presentarsi come alternativo alla sicurezza e alla salute (se vuoi l’uno non puoi pretendere sempre anche le altre!). Ma dove e con chi ragionare su questo presente e futuro del lavoro? Con la politica? Siamo in attesa ritrovi un pensiero. Con le organizzazioni rappresentative dei lavoratori e delle aziende? Purché definiscano le loro priorità. Con le reti di cittadinanza insieme a tutti gli altri protagonisti? Sì, purché gli obiettivi siano concreti: costruire e sperimentare modelli territoriali funzionanti.