per non dimenticare

Editoriale pubblicato il 21 giu 2018 nella newslsetter 24/2018

Art 3 Costituzione Italiana: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Art 43 DL Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero): Ai fini del presente capo, costituisce discriminazione ogni comportamento che, direttamente o indirettamente, comporti una distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l'ascendenza o l'origine nazionale o etnica, le convinzioni e le pratiche religiose, e che abbia lo scopo o l'effetto di distruggere o di compromettere il riconoscimento, il godimento o l'esercizio, in condizioni di parità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico economico, sociale e culturale e in ogni altro settore della vita pubblica.

Richiamiamo questi testi della nostra legislatura pensando a quanto sta succedendo nel nostro strano paese. Adducendo motivi di sicurezza nazionale, i nostri governanti stanno tentando di reintrodurre comportamenti gravemente discriminatori nei confronti di alcune classi sociali. Comportamenti che riportano alla memoria le tristemente famose leggi razziali.

E sembrano inutili i richiami alla ragione, per esempio con i dati che dimostrano che non sono questi i problemi del paese ne sono gli stranieri la vera causa della crisi che impoverisce e rende insicuri tutti quanti. Inutile ricordare che gli sbarchi sono drasticamente calati, l’agricoltura italiana «per reggere sul mercato, ha bisogno di ricorrere al lavoro sottopagato degli immigrati e di farli vivere in condizioni inaccettabili». Tra gli immigrati ci sono 2,4 milioni di occupati regolari, con «un gettito fiscale e contributivo che supera ampiamente i costi dell’accoglienza dei rifugiati», è però in gran parte lavoro precario, pesante, pericoloso, poco pagato, penalizzato socialmente (vedi l'interessante articolo di Maurizio Ambrosini su lavoce.info).

Abbiamo bisogno di persone e istituzioni capaci di trovare soluzioni vere ai problemi reali che colpiscono sempre più persone e sempre più le più deboli. Non ci servono scorciatoie ne capri espiatori.

La solidarietà non è un "in più" o un sentimento nobile che non ci possiamo permettere: è l'unica strada concreta per costruire con pazienza un mondo sicuro per tutti.