pace da RICONQUISTARE

Editoriale pubblicato il 31 ott 2018 nella newslsetter 36/2018

Il 4 novembre di 100 anni fa terminava la prima guerra mondiale, ovvero il primo conflitto bellico che coinvolse la maggior parte delle nazioni allora esistenti. Seguì un breve periodo di pace per poi ricadere in un ancor più terribile catastrofe mondiale.
Dalle macerie di queste guerre i popoli capirono la lezione e piano piano le varie democrazie sono riuscite ad instaurare un periodo di pace duratura, se non altro all'interno dei confini "dell'occidente". Per la prima volta nella storia per oltre 50 anni non c'è stata guerra in Europa e paesi che prima belligeravano hanno messo in piedi un mercato unico e avviato un percorso per costruire un'unità politica.
Ma la “pace” non deve mai essere data per scontata, va continuamente conquistata, attraverso una continua riscoperta e rilancio di valori etici, del rispetto per la vita e, in primo luogo, per la dignità della persona umana, che diventa la “fondamentale norma ispiratrice di un sano progresso economico, industriale e scientifico» (Giovanni Paolo II).  La pace è un dono per tutte le persone e per tutte le genti del mondo. Nessuno ha il monopolio particolare di questo dono-diritto/dovere. E per non vivere solo nel sogno, nell’utopia, bisogna dare concretezza a questa voglia di pace, invertendo la marcia dello sfruttamento e delle disuguaglianze in tutti i sud del mondo e fermando quell’irrazionale processo di sfruttamento e di distruzione della natura che crea solo squilibrio e insicurezza.
Questo è un pensiero di buonsenso che non ha colore politico e deve diventare priorità "non negoziabile" di ogni agenda politica.