Baste pajâ - basta pagare

Editoriale pubblicato il 08 nov 2018 nella newslsetter 37/2018

Quando il sistema sanitario non funziona bene chi ne paga le maggiori conseguenze? Come si accompagna l'invecchiamento della popolazione fornendo un'assistenza medica che risponda efficacemente ad una salute sempre più fragile? Come si può conciliare la necessità di approfondimenti specialistici con i tempi delle liste d'attesa? Quante diagnosi e cure possono essere garantite a chi è povero? a chi è un rifugiato o un migrante? a chi ha una pensione minima? L'accessibilità alle cure e le forti diseguaglianze nel sistema salute sono tutte evidenziate nei vari rapporti nazionali sull'argomento ed i dati confermano che ci sono persone che devono scegliere se curarsi o pagare le bollette, curarsi o aspettare ne venga riconosciuto il diritto, curarsi in tempo o aspettare i tempi del SSN...
In attesa - confidiamo più breve possibile - che la politica ripristini un servizio pubblico sanitario davvero accessibile a tutti e soprattutto alle categorie più fragili anche nella salute, cosa possono fare i cittadini sensibili e attivi? In provincia di Novara ad un gruppo di medici primari in pensione è stato chiesto se erano disponibili a visitare gratuitamente chi non si sarebbe potuto permettere l'accesso ad uno specialista. Il loro "sì" ha permesso l'avvio di un servizio per a chi è in difficoltà, gratuito, senza code, con ben 17 specializzazioni mediche attive. Ci dimentichiamo che molte volte i "sì" sono lì che aspettano solo la domanda a cui rispondere, il guizzo di pensiero che nasce quando si è stanchi di vedere i poveri sempre in coda. E gli abbienti alla cassa, a volte senza ricevuta.