I disperati del mare

Editoriale pubblicato il 11 lug 2013 nella newslsetter 26/2013

Abbiamo sentito tutti il grido disperato del Santo Padre per tutte quelle morti nel mare. Il suo è stato un richiamo forte ed accorato a tutte quelle persone che posso e debbono fare qualche cosa per impedire che queste atrocità si debbano ripetere. Questi disperati sono uomini e donne che nella loro terra di origine subiscono vessazioni, torture e privazioni di ogni genere e che, con questi viaggi, cercano una speranza di vita migliore. Il loro viaggio inizia fra mille pericoli e privazioni attraversano territori e stati dove molti altri uomini privi di scrupoli li sfruttano e li privano di ogni loro piccolo bene residuo. Poi, quando arrivano in vista delle coste, il più delle volte vengono rinchiusi in orribili campi di concentramento dove, ancora una volta , vengono sfruttati, maltrattati e spesso violentati nel corpo e nell'animo. Altri uomini, ancor più privi di ogni pietà, li imbarcano su imbarcazioni prive di ogni sicurezza e affrontano un tratto di mare dove molti hanno trovato la loro tomba. Ora, possiamo solo condividere le parole del papa e farne tesoro ma, sperindo che ancor più ne facciano tesoro i nostri governanti.
"Immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte. Così il titolo dei giornali. Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia, che purtroppo tante volte si è ripetuta, il pensiero vi è tornato continuamente come una spina nel cuore che porta sofferenza. E allora ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta. Non si ripeta per favore. Prima però vorrei dire una parola di sincera gratitudine e di incoraggiamento a voi, abitanti di Lampedusa e Linosa, alle associazioni, ai volontari e alle forze di sicurezza, che avete mostrato e mostrate attenzione a persone nel loro viaggio verso qualcosa di migliore. Voi siete una piccola realtà, ma offrite un esempio di solidarietà! Grazie! Grazie anche all'Arcivescovo Mons. Francesco Montenegro per il suo aiuto, il suo lavoro e la sua vicinanza pastorale. Saluto cordialmente il sindaco signora Giusi Nicolini, grazie tanto per quello che lei ha fatto e che fa. Un pensiero lo rivolgo ai cari immigrati musulmani che oggi, alla sera, stanno iniziando il digiuno di Ramadan, con l'augurio di abbondanti frutti spirituali. La Chiesa vi è vicina nella ricerca di una vita più dignitosa per voi e le vostre famiglie. A voi: o'scià!"