Il Lavoro che non c'è

Editoriale pubblicato il 26 set 2013 nella newslsetter 31/2013

Vorremo fare nostre le parole di un Papa che ama stupirci per la sua semplicità e profondità di argomenti e pensieri. Rimettere al centro la persona e il lavoro perché: " Alla radice c’è un tradimento del bene comune, sia da parte di singoli che di gruppi di potere. È necessario quindi togliere centralità alla legge del profitto e della rendita e ricollocare al centro la persona e il bene comune. E un fattore molto importante per la dignità della persona è proprio il lavoro; perché ci sia un’autentica promozione della persona va garantito il lavoro". Infatti è un fattore importante per la dignità della persona il proprio lavoro e la Costituzione stessa al primo articolo recita "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro..." e, quindi, compito della politica occuparsi di rimuovere gli ostacoli che impediscono alle persone di soddisfare questo bisogno. Prosegue ancora Papa Francesco "E un fattore molto importante per la dignità della persona è proprio il lavoro; perché ci sia un’autentica promozione della persona va garantito il lavoro. La cultura del lavoro, in confronto a quella dell’assistenzialismo, implica educazione al lavoro fin da giovani, accompagnamento al lavoro, dignità per ogni attività lavorativa, condivisione del lavoro, eliminazione di ogni lavoro nero. In questa fase, tutta la società, in tutte le sue componenti, faccia ogni sforzo possibile perché il lavoro, che è sorgente di dignità, sia preoccupazione centrale! La vostra condizione insulare poi rende ancora più urgente questo impegno da parte di tutti, soprattutto delle istanze politiche ed economiche”. Infine il pensiero va alla speranza ma anche un monito e una denuncia forte affinché il lavoro non sia fonte di disumanità o ancora peggio di schiavitù. “Un lavoro dignitoso per tutti. Una società aperta alla speranza non si chiude in se stessa, nella difesa degli interessi di pochi, ma guarda avanti nella prospettiva del bene comune. E ciò richiede da parte di tutti un forte senso di responsabilità. Non c’è speranza sociale senza un lavoro dignitoso per tutti. “Ho detto lavoro ‘dignitoso’, e lo sottolineo, perché purtroppo, specialmente quando c’è crisi e il bisogno è forte, aumenta il lavoro disumano, il lavoro-schiavo, il lavoro senza la giusta sicurezza, oppure senza il rispetto del creato, o senza rispetto del riposo, della festa e della famiglia, il lavorare di domenica quando non è necessario. Il lavoro dev’essere coniugato con la custodia del creato, perché questo venga preservato con responsabilità per le generazioni future. Il creato non è merce da sfruttare, ma dono da custodire. L’impegno ecologico stesso è occasione di nuova occupazione nei settori ad esso collegati, come l’energia, la prevenzione e l’abbattimento delle diverse forme di inquinamento, la vigilanza sugli incendi del patrimonio boschivo, e così via. Custodire il creato, custodire l’uomo con un lavoro dignitoso sia impegno di tutti! Ecologia… e anche ‘ecologia umana’!”.
Facciamo sì che queste parole non cadano nel vuoto della politica ma risuonino chiare e forti nelle stanze del potere.